Il Cenacolo di Leonardo – nel cuore del mistero eucaristico

Il Cenacolo di Leonardo – nel cuore del mistero eucaristico

Giovedì 28 aprile 2022

Sala Multimediale dell’Istituto San Gaetano, Via Mac Mahon, 92 a Milano.
INGRESSO LIBERO

Con Luca Frigerio
scrittore, giornalista e critico d’arte

Un emozionante viaggio fra arte e fede nel cuore di uno dei più grandi capolavori di tutti i tempi, alla scoperta di simbologie e richiami biblici.

L’Ultima cena che Gesù consuma insieme ai discepoli alla vigilia della sua Passione è uno dei momenti più intensi e drammatici nel racconto dei Vangeli.
Ma è anche il fulcro della fede cristiana.
Per questo gli artisti, nei secoli, hanno riprodotto innumerevoli volte questo mistico banchetto di duemila anni fa, sottolineandone ora il significato sacrificale, ora la rivelazione del tradimento di Giuda, ora il momento esatto dell’istituzione dell’eucaristia… Ma spesso riunendo tutti questi aspetti in un’unica immagine di forte impatto visivo e di profonda valenza simbolica.

In questo incontro di approfondimento, Luca Frigerio, giornalista, scrittore e redattore culturale dei media della diocesi di Milano, ci accompagnerà attraverso il capolavoro assoluto del genio del Rinascimento italiano, quel Cenacolo nel Refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie a Milano che già Goethe aveva definito come «il vertice insuperato dell’arte di tutti i tempi».
L’incontro, infatti, cercherà di rispondere ad alcune domande fondamentali:
– Cosa ha voluto rappresentare Leonardo in quest’ultima Cena?
– Che tecnica ha usato? E perché quest’opera oggi appare così rovinata?
– Perché è stata così ammirata e celebrata in tutte le epoche?
– Qual è il suo significato religioso?

Un percorso per immagini affascinante ed emozionante, dove l’arte si intreccia con le Sacre Scritture, la storia si incrocia con la teologia, l’umano incontra il divino. In una scoperta continua di simbologie oggi per lo più dimenticate, ma che ci riportano nel vivo della spiritualità medievale e della cultura rinascimentale.
Perché la rivoluzionaria impostazione spaziale dell’Ultima Cena di Leonardo, il muto linguaggio dei corpi che si fa espressione dei “moti dell’animo”, la sua altissima qualità artistica sono tutti elementi eccezionali, ma che da soli, lo intuiamo, non sono infine sufficienti a giustificare il rapimento estatico che ogni volta e per chiunque si ripete davanti a questa pallida immagine divorata dal tempo. E che proprio in questo suo svanire fisico e materiale pare invece svelarsi agli occhi del cuore.